"Poche
sono nella storia dell'arte le donne pittrici. Sappiamo di alcune femmine
che decoravano vasi attici, ma sono rimaste anonime. Così, egualmente
anonime, sono rimaste le ragazze che cucirono con lana e lino, tinti con
splendidi colori, i famosi arazzi di Bayeux (1077-82) che raccontano della
conquista dell'Inghilterra. Conosciamo il nome della regina che le avrebbe
dirette, ma forse è inventata. Il periodo d'oro per le donne fu
senz'altro il Rinascimento. Sappiamo delle figlie di Tintoretto delle
quali la maggiore, diceva egli stesso, era straordinaria. E poi le colleghe
di Caravaggio a Milano che "pintavano nature morte meglio dei fiamminghi".
Per finire, la più grande di tutte le donne "pintore":
Artemisia Gentileschi che superò per mestiere, sapienza ed arte
molti noti pittori del suo tempo, compresi il padre e il suo pretendente
amoroso che la violentò. Ma ci troviamo pur sempre davanti a un'eccezione.
E non è certo nostro compito in questa occasione analizzare e scoprire
il come e il perchè - storico, sociale e culturale - le donne abbiano
tanta difficoltà ad emergere nel mondo dell'arte in genere. Quel
che sappiamo di certo è che, quando ci capita di scoprirne anche
solo una che sappia rompere i muri che impediscono loro di farsi valere,
c'è da urlare a tutta voce: "Alleluya, habemus pintores".
Nel nostro caso ci troviamo addirittura nella eccezionale fortuna di poter
gridare a perdifiato e sparare fuochi d'artificio, perchè le femmine
magiche sono addirittura due.
Due sorelle gemelle: Francesca e Roberta Bilò..." |
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Dario
Fo |